Recentemente ( marzo 2025) in una lettera diretta alla Presidente del Consiglio dei Ministri, Federsupporter aveva stigmatizzato l’eliminazione del divieto di sponsorizzazione delle società di calcio  da parte delle società di scommesse “Tutto ciò, oltre ad essere apertamente in contrasto con le dichiarazioni politiche contrarie da Lei sempre espresse sul tema,  contraddice apertamente quanto, di recente, recepito nella Costituzione che riconosce allo sport un “ valore educativo e di promozione del benessere psicofisico”.Provvedimento che sarebbe, inoltre, in chiara antitesi, sia sociale sia culturale, alla lotta alla ludopatia, ormai divenuta un vero e proprio cancro sociale, per la quale numerose Associazioni di cittadini si stanno battendo, sia a livello regionale sia nazionale”.

Considerazioni portate anche all’attenzione della Commissione Azzardo –“Forum delle Associazioni Familiari”,da tempo impegnati nella lotta alla ludopatia.

Sull’argomento calcio-scommesse  che ha recentemente “toccato”la stampa con le dichiarazioni del Ministro dello Sport “ Via dalla Nazionale chi scommette, “ La maglia dell’Italia deve essere espressione anche del valore morale. Vedo la convocazione come un premio non solo tecnico” ( cfr. Il Messaggero, 15 aprile 2025, pag.109,si riportano le autorevoli considerazioni del Prof. Piero Sandulli, che ha gentilmente concesso a Federsupporter di pubblicare e che sono riportate in calce,

A tutto ciò non possono  non aggiungersi le riflessioni dell’Avv. Massimo Rossetti che a monte della sua Nota richiama gli approfondimenti sull’argomento nel libro “Football Clan” ( Rizzoli 1.a edizione , ott.2012)dell’ex Presidente dell’ANAC e ora Procuratore Capo della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, nonché del giornalista Gianluca De Feo: “La recente legislazione dell’azzardo ha portato fiumi di denaro nelle case asfittiche dell’Erario ma rischia di essere il cavallo di Troia utilizzato dalle organizzazioni criminali per infiltrarsi nel mondo dello sport”….” L’affare non è stato sottratto alle consorterie criminali: semplicemente oggi si consente loro di gestirlo in modo formalmente lecito con il sostegno di martellanti campagne pubblicitarie. Sarà un caso che si sia cominciato a parlare di ludopatia proprio quando il gioco d’azzardo e le scommesse sono stati autorizzati dallo Stato ? ( pagg. 275-276, op.cit.).

Le considerazioni e le affermazioni sopra richiamate risalenti a circa 13 anni orsono sono state ignorate e disattese, salvo poi lamentarsi per episodi come quelli recentemente portati all’attenzione dall’inchiesta della Procura di Milano.

Ed ha certamente ragione il Prof. Sandulli quando stigmatizza tali lamentele, in specie da parte dei mass media e quando evidenzia come all’origine del fenomeno delle scommesse, legali o illegali,  vi siano l’enorme massa di denaro e gli enormi interessi economici che si muovono nell’ambito del sistema calcio in unione con altrettanti enormi interessi economici dello Stato legati alle scommesse.

Ciò all’insegna del principio “ pecunia non olet” .

In realtà, se davvero si fosse voluto  e si volesse  quantomeno arginare fenomeni di illegalità, penale e sportiva, connessi alle scommesse, occorrerebbe effettuare alcuni interventi.

Quale ad esempio  quello di sanzionare penalmente in maniera adeguata alla loro gravità  sociale le scommesse illegali, posto che oggi  come rilevato dal Prof. Sandulli, la sanzione applicabile è  di entità paragonabile a quella di un divieto di sosta.Non solo ma andrebbe vietata la possibilità di scommettere su quelle formule care ad organizzazioni criminali come il numero dei gol, le ammonizioni di questo o quel calciatore, le espulsioni.

Andrebbe, altresì, vietato ai tesserati di Federazioni sportive di scommettere su tutti gli eventi sportivi, non solo su quelli della disciplina pratica.

Quanto sopra in conformità al dovere per tutti i tesserati di attenersi ai principi di “lealtà, correttezza e probità”: valori a presidio dello sport i cui confini morali vengono nella realtà superati con atteggiamenti opportunistici tenuti proprio da chi dovrebbe essere preposto alla massima rigidità nel rispetto degli stessi.

Principi che vietano di considerare permesso ogni comportamento che nessuna norma vieta e facoltativo ogni comportamento che nessuna norma rende obbligatorio (  cfr. S.Galgano, in “Diritto Civile e Commerciale”, Padova, 1990, pag.462)

Articolo del Prof. Piero Sandulli (17.04.2026)

Sulle pagine dei giornali si torna a scrivere, con molta enfasi, del nuovo capitolo delle scommesse dei calciatori.  Il fenomeno è, certamente, preoccupante, ma deve essere collocato nella sua giusta accezione.  Come più volte evidenziato circa le scommesse il nostro sistema giuridico ha , spesso, atteggiamenti schizofrenici in quanto, da una parte rende incoercibili i debiti di gioco e, dall’altra, specula, in vario modo su questo fenomeno, lucrando sui bingo, sui gratta e vinci, sulle lotterie. Anche le scommesse sono ampiamente pubblicizzate in tutte le manifestazioni sportive e sui giornali cartacei ed on line. Fatta questa premessa è necessario ricordare che anche un atleta può scommettere a condizione che non lo faccia per lo sport da lui praticato.

Quindi, se la scommessa non è vietata ai calciatori, su sport diversi dal calcio, non si comprende la ragione di tanto accanimento mediatico. Se il calciatore non ha scommesso sul calcio non si è reso responsabile di alcun illecito disciplinare, circostanza questa che sussisterebbe sol se fosse certo la prova di tale comportamento (prova che allo stato non è stata raggiunta). Invero, una eventuale scommessa su siti illegali comporterebbe, dal punto di vista penale, esclusivamente una lieve sanzione.  Il tema, piuttosto è un altro e coinvolge due aspetti: il primo di natura etica: non è bene che uno sportivo scommetta, poiché tale comportamento non è commendevole, ma ciò attiene solo alla sua coscienza e non dovrebbe valicare la sua sfera etica e morale, certamente non dovendo interessare il mondo della comunicazione; il secondo che nasce dall’esame e dalla quantità delle cifre che vengono scommesse che ci deve far considerare come nel mondo del calcio vi siano guadagni troppo elevati, che finiscono per far venire meno il senso del valore della moneta. A mio avviso non è un problema di ludopatia, bensì di ingaggi troppo elevati dati a ragazzi poco maturi e privi del senso del denaro, spesso circondati da adulti che, piuttosto che promuovere in loro atteggiamenti virtuosi, ne enfatizzano le debolezze. Questo mondo non è più un modello da imitare, ma deve emendarsi profondamente dal suo interno. E’ necessario bandire le ipocrisie che da troppo tempo popolano il mondo dello sport e tornare ai dettami di de Cubertin!

Piero Sandulli

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