La Delibera dell’Assemblea Capitolina dell’aprile scorso di non riconoscimento del pubblico interesse alla proposta dell’ATI Roma Nuoto per il Progetto di Restauro e Ristrutturazione dello Stadio Flaminio presenta alcuni elementi di criticità sia giuridici,sia tecnici.Infatti , ferma rimanendo la condivisone sulla “realizzabilità tecnica della proposta “, le motivazioni addotte per dichiarare non realizzato il pubblico interesse, non prendono in esame una precondizione che limita fortemente l’autonomia dell’Assemblea Capitolina.Omissione tanto più grave quanto più illuminante.Infatti, il Comune di Roma ha stipulato nel febbraio 2018 ( Prot.n. 1776) un Protocollo d’Intesa con il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università di Roma La Sapienza finalizzata alla realizzazione di un piano di conservazione dello Stadio Flaminio alla luce del riconoscimento da parte della Getty Foundation dell’iconocità dello Stadio a livello internazionale quale esempio dell’innovazione ingegneristica ed architettonica del XX secolo, premiando il Progetto ( premiato tra i 73 presentati a livello mondiale) con un contributo di € 180.000.Roma Capitale, nel sottolineare “ l’interesse pubblico alla valorizzazione dell’impianto sportivo ( che non poteva ) prescindere dalla predisposizione di uno specifico piano di manutenzione” ( pag. 3), sottoscriveva un impegno formale con il Gruppo di lavoro costituito ad hoc ( Dipartimenti di Ingegneria ed Architettura dell’Università, Nervi Project Association, Do.Co.Mo.Mo. Italia Onlus)e per il recupero e la valorizzazione non solo dello Stadio Flaminio ma anche dell’area limitrofa. Infatti precisava “ l’obiettivo di recuperare e valorizzare lo Stadio Flaminio è quindi coerente e si inserisce strategicamente, costituendone caposaldo dell’interesse pubblico perseguito con le finalità e gli interventi di riqualificazione delineati del Progetto Urbano Flaminio”In tale Gruppo di lavoro il Comune di Roma partecipava con i suoi funzionari tecnici.Peraltro il Gruppo di lavoro era condizionato nella sua attività precisando che “Stadio Flaminio era inserito nella Carta di Qualità del Piano Regolatore di Roma 2008 nella categoria “ Opere di rilevante interesse architettonico e urbano con il numero di codice 8132 e dichiarato “ opera di eccellenza dalla Direzione per l’Arte e l’Architettura Contemporanea (DARC) del Ministero per i Beni e le Attività Cultuirali”Tale interesse veniva ribadito dalla dichiarazione della Soprintendenza Speciale Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio di Roma ( settembre 2018) che richiedeva il rispetto della struttura, dell’impianto originario, delle finiture, tutti elementi considerati fortemente identitari e non modificabili.Quindi una ristrutturazione ed un risanamento che doveva rispettare la vocazione e l’originaria destinazione d’uso, pur con le ovvie limitazioni dello sviluppo urbanistico intervenute nel frattempo. Il Piano di conservazione così elaborato veniva poi consacrato dalla stessa Soprintendenza quale “linea guida” per qualunque intervento diretto prima di tutto alla conservazione dell’opera iconica, poi, al suo recupero ed alla sua valorizzazione.Da queste premesse deriva che il Conservation Plan dello Stadio Flaminio condiziona qualunque progetto presentato per la ristrutturazione dello Stadio Flaminio, interpretando, sia in modo formale, sa sostanziale, il pubblico interesse quale conservazione di un’opera d’arte internazionalmente riconosciuta e, solo in subordine, la sua funzionalità sportiva e sostenibilità urbanistica.Su queste basi la Deliberazione dell’Assemblea Capitolina può essere considerata non corretta ed in aperto formale contrasto con gli impegni assunti,a suo tempo, proprio dalla stessa Amministrazione capitolina.Infatti, tutte le motivazioni dichiarate a sostegno del diniego del pubblico interesse sono in aperto contrasto con gli atti ed i comportamenti formali sopra richiamati, ferme rimanendo le perplessità in termini di capienza, funzionalità, contesto urbano. In particolare si richiama la non coerenza con l’affermazione nella Delibera dell’Assemblea Capitolina della asserita “ coerenza della proposta di deliberazione (ndr della negazione di pubblico interesse) con i documenti di programmazione dell’Amministrazione…” da parte del Direttore del Dipartimento Grandi Eventi,Sport,Turismo e Moda.










